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Le News da Audio Natali

dCS entra nella scuderia Audio Natali
:: lunedì 22 febbraio 2016
news AudioNatali - dCS entra nella scuderia Audio Natali

DCS entra nella scuderia di Audio Natali

 

Tecnologia al servizio della Musica, ovvero l'importanza della sorgente

 

 

In tema di riproduzione sonora si fa spesso uso della parola “tecnologia”. L'high-end, anche il più raffinato, si commercializza talvolta attraverso un vero e proprio “eccesso tecnologico”, quasi a voler esorcizzare la difficoltà di una corretta riproduzione musicale, la cui definizione in chiave oggettiva è ardua se non impossibile.

Sono davvero poche le aziende nel nostro ambito per le quali una sana tecnologia è il mezzo e non il fine della propria attività. L'“autocompiacimento” tecnico-scientifico” è una tentazione forte e per molti ha rappresentato un facile brand commerciale, che talvolta ha anche riscosso un certo successo.

DCS in un quarto di secolo di attività ha rappresentato un assoluto riferimento nella realizzazione di convertitori digitali. Per questa azienda la prospettiva è diversa. La realizzazione di macchine sonore dal profilo acustico superiore è ottenuta per il tramite di una tecnologia di avanguardia, mezzo e non fine del corretto ascolto. Percorso, dunque, non traguardo.

La differenza non è filosofica, ma al contrario si dimostra essenziale ai risultati ottenuti. Vediamola anche in un altro modo: non c'è costruttore di amplificatori di elettroniche o di sistemi di altoparlanti che non vorrebbe avere a disposizione un convertitore DCS per far suonare al meglio il proprio impianto

Noi di Audio Natali siamo orgogliosi dell'arrivo di questo marchio prestigioso nella nostra scuderia e gli audiofili amanti del bel suono avranno di che alimentare la propria passione.

Come molti di voi sanno dCS sta per “Data Conversion Systems”, un nome che documenta un'avventura iniziata nell'ormai lontano 1987 a Cambridge quando una piccola azienda inglese avvia la propria attività nel settore della difesa e tecnologia radar. In quel periodo l'audio non faceva parte della ricerca della dCS e tra i primi clienti c'era nientemeno che il Ministero della Difesa del Regno Unito. Mike Story, il fondatore, era un fisico laureto a Oxford, dottorato all'Imperial College, e personaggio capace di assicurarsi importanti commissioni in settori strategici.

La conversione al mondo dell'audio avvenne soltanto in seguito, all'inizio degli anni Novanta, in un momento in cui la conversione audio digitale iniziava a farsi strada, trovando tuttavia impreparate la maggior parte delle aziende del settore. Non così per dCS che aveva un knowhow già ben sviluppato nel trattamento di dati in cui parametri come risoluzione ai bassi livelli di segnale e rapporto segnale rumore erano decisivi. Dalla tecnologia per i radar Typhoon della RAF a quella dei registratori digitali della BBC il passo fu concettuale più che tecnologico.

Presto alcune aziende legate al mondo della registrazione audio di qualità si resero conto che dCS aveva davvero una marcia in più. Il dCS 900 è stato il primo convertitore A/D a venire utilizzato in ambito audio, capace già all'epoca di gestire segnali a 24-bit. Fortunato fu in quegli anni l'incontro con Tony Faulkner, impresario musicale ed ingegnere del suono che ha legato il suo nome a molte registrazioni audiophile. Termini come “estensione in gamma bassa”, “rifinitura armonica” e “piacevolezza d'ascolto” assumevano attraverso il convertitore dCS un nuovo significato. Dal settore professionale a quello dell'audio High-End il passo non è stato breve e certamente ha giovato alla giovane azienda inglese il fatto di essere stata conosciuta ed apprezzata da alcuni importanti giornalisti di settore, in un momento in cui le riviste specializzate avevano ancora voce in capitolo.

Il  DAC 950 segnò dunque l'ingresso di dCS nel mondo degli audiofili, grazie semplicemente al fatto che quella tecnologia digitale suonava “meno digitale” delle altre. Se il “950” appariva ancora, sotto il profilo estetico, come un prodotto rozzamente industriale, con il successivo DAC “Elgar” si entra senza mezzi termini nel mondo della grande musica; non a caso con la scelta del nome di un compositore inglese tra i più importanti (Sir Edward Elgar). L'entusiasmo per il DAC Elgar di un giornalista audio del calibro di John Atkinson (Stereophile) in una storica recensione del luglio 1997 sanciva l'entrata della piccola azienda inglese nell'Olimpo dell'Alta Fedeltà mondiale.

Da allora molta acqua è passata sotto i ponti e la scelta di campo nell'ambito del digitale in alta risoluzione, allora pionieristica, è risultata commercialmente vincente nel lungo periodo. Il resto è storia recente, con macchine del calibro del “Rossini” e del “Vivaldi” oggi protagoniste incontrastate nelle più importanti mostre audio. Non importa la scelta “sonora” in tema di diffusori o amplificatori, per la quale ciascun appassionato ha una propria ricetta. L'importanza della sorgente, mai abbastanza messa in evidenza, è apparsa la chiave vincente per ogni catena audio che aspirasse a proporsi come un riproduttore musicale attendibile, corretto e, più che mai, affascinante.

Restate sintonizzati.